Riesplode la rabbia dei lavoratori del polo industriale di Portovesme nella parte sud-occidentale della Sardegna. Gli operai della Fonderia di San Gavino Monreale nel Sulcis sono ormai in assemblea permanente, quattro di loro hanno montato le tende sul tetto, altri tre sono ormai incatenati ai tornelli dell'impianto a Portovesme. La nuova protesta segue la fumata nera al vertice a Roma al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. I lavoratori hanno deciso di non attendere la riunione convocata dai sindacati per lunedì mattina. A rischio nei due siti industriali ci sono 1.450 posti di lavoro. La nuova protesta scoppia a quasi un mese dall'azione dimostrativa di 4 dipendenti che salirono a 100 metri di altezza su una ciminiera dell'impianto del Sulcis per sollecitare una soluzione sul costo dell'energia che grava sui due stabilimenti sardi di proprietà della Glencore, uno a Portovesme e l'altro a San Gavino. Nell'incontro a Roma il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha messo in campo il credito d'imposta per tre mesi e ha chiesto il riavvio degli impianti di produzione del piombo, visto il calo delle tariffe energetiche. Nei giorni scorsi è arrivata comunicazione ufficiale dell'apertura della cassa integrazione a zero ore, riduzione dello stipendio del 50% senza margine di trattativa per i lavoratori coinvolti. Sembra imminente la cessazione dei rapporti di lavoro con gli interinali e le ditte appaltatrici.