"Preferiamo mangiare prodotti importati che non si sa come vengono sia coltivati che allevati, quindi è ora di dire basta". Sono centinaia gli agricoltori e allevatori che con i loro camion, auto e ovviamente trattori hanno dato vita al presidio al casello di Orte dell'autostrada A1, arrivano dal Lazio ma anche delle regioni vicine, organizzati in associazioni e comitati che si muovono in ordine sparso, manifestano da fine gennaio e non hanno intenzione di fermarsi, la protesta punta su Roma. Si stanno organizzando per radunare i mezzi fuori dalla città, ma qualcuno, nelle intenzioni, va oltre. "E noi andremo sempre più incisivi e la protesta sarà sempre più eclatante, fino ad arrivare a Roma. Noi la settimana prossima, fra una settimana precisa prevediamo di stare a Piazza Venezia". A tenerli insieme le rivendicazioni e la critica alle politiche agricole europee considerate eccessivamente ambientaliste e poco attente alle necessità dei lavoratori e poi i costi, troppo alti. "Noi non abbiamo un guadagno che possa ammortizzare queste spese che abbiamo, sì stiamo manifestando per questo, poi stiamo manifestato anche per i prodotti che sono l'eccellenza, l'agricoltore si trova in una difficoltà enorme, noi non combattiamo soltanto per noi agricoltori, perché giustamente il nostro lavoro è in pericolo, ma combattiamo anche per tutti gli italiani, per il futuro anche dei figlioli degli italiani". Contrari ai cosiddetti cibi sintetici chiedono anche il divieto di importazione di prodotti da Paesi con standard meno rigidi rispetto a quelli italiani ed europei, insomma una maggiore tutela del made in Italy e accusano il Governo di scarsa attenzione verso il comparto. "Vogliamo delle risposte dallo Stato, ma finora non abbiamo avuto niente e quindi noi continueremo a protestare a oltranza".