Germania, Francia, ora Italia. Gli agricoltori sul piede di guerra scendono in piazza e bloccano il casello di Orte, sull'A1. Cento mezzi fermi per circa due ore. "Non vogliamo sussidi, vogliamo il giusto prezzo per ciò che produciamo", si legge sul cartello di un manifestante. E poi, ancora, "sosteniamo il Made in Italy. Protestiamo contro uno Stato che ci ha abbandonato", dice ancora un altro agricoltore. Ma lo Stato, nelle parole del ministro Lollobrigida, è con gli agricoltori, secondo quello che scrive in un lungo post: "se i problemi sono stati causati dalle scelte di Bruxelles", scrive Lollobrigida, "creare difficoltà ai nostri concittadini non ha molto senso. In Italia non c'è un governo da convincere, come in altre nazioni, sappiamo bene quel che va fatto", dice. Non la pensa così chi ha messo di traverso il trattore per ore, chiedendo sostegno. La contestazione contro le politiche agrarie dell'Unione Europea. La situazione si sblocca dopo un paio d'ore. Il casello viene riaperto e il traffico riprende regolarmente. Ma non è solo l'Italia, la protesta è europea. Uno degli elementi che unisce, per esempio, la rabbia degli agricoltori francesi a quelli tedeschi, polacchi e ungheresi è anche l'import dei prodotti low cost. E poi ci sono le misure ecologiste nazionali, come il piano per la riduzione dell'azoto prodotto dagli allevamenti in Olanda. O le tasse sui carburanti più inquinanti in Germania e Francia.