All'Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo cominciano gli esami per capire com'è morta Simona Cinà. Prima quelli radiologici eseguiti in serata, poi da giovedì mattina l'autopsia e i test tossicologici. Esami fondamentali per accertare l'eventuale presenza di acqua nei polmoni per capire se la ragazza è annegata e di tracce di sostanze stupefacenti nell'organismo che qualcuno potrebbe averle somministrato a sua insaputa. Simona non faceva uso di droghe, ribadiscono i familiari, anzi ne aveva paura ed era sottoposta a continui test e controlli medici da parte delle società sportive per cui giocava a beach volley."Faceva self, beach volley". Il malore e l'incidente sono le ipotesi privilegiate dagli inquirenti della Procura di Termini Imerese, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti ed è intervenuta con una nota per rispondere ai dubbi avanzati dalla famiglia a proposito delle circostanze del ritrovamento del corpo e delle fasi iniziali delle indagini. I PM smentiscono che la scena sia stata alterata dagli invitati e l'aria ripulita prima dell'arrivo degli inquirenti per nascondere le tracce degli alcolici, come era stato ipotizzato dalla famiglia. Quando i presenti si sono accorti che la scrivono i magistrati in due si sono tuffati per aiutarla e hanno tentato invano di rianimarla. E poi sono stati collaborativi quando ascoltati dai carabinieri. I familiari di Simona confermano la piena fiducia nell'operato della procura e dei carabinieri, ma la loro posizione resta la stessa, dice il legale. Chiedono di sapere la verità su come è morta la ragazza non cercano un colpevole o la prova che necessariamente sia avvenuto qualcosa di anomalo. Raffaella Dino Sky TG 24 Palermo. .























