Si useranno carotaggi del terreno e le unità cinofile, anche tecniche più avanzate, come l'elettromagnetometro, per una più approfondita scansione del sottosuolo, perché ormai la speranza di ritrovare viva Saman Abbas, è ridotta al lumicino. Il padre della 18enne pakistana, che si è rifiutata di accettare un matrimonio combinato, ha dichiarato che Saman si trova in Belgio, poco prima di lasciare l'Italia e tornare in Pakistan. Ma sono in pochi a credere, che non si tratti di semplice depistaggio. La paura che col passare dei giorni, assume i contorni della certezza, è che la giovane sia stata uccisa, perché avrebbe trasgredito alle tradizioni arcaiche, che prevedono il matrimonio combinato, con un marito scelto dai parenti e che il suo omicidio, sia maturato in ambito familiare. Per ora i genitori sono tornati nella loro terra d'origine, ma due testimoni potrebbero aiutare a fare luce sulla vicenda. Il primo è il fidanzato di Saman, un connazionale, che però aveva tenuto il loro legame segreto, tanto più che in diverse circostanze, la ragazza avrebbe confessato di essere terrorizzata dal padre. Il racconto del ragazzo, ha permesso di capire molti aspetti della vita della 18enne. Più utile, ai fini investigativi forse, la testimonianza di Ikram Ijaz, cugino di Saman, arrestato domenica scorsa a Nimes, mentre cercava di raggiungere altri parenti in Spagna. Lui fa parte del cerchio familiare, che si sospetta sia responsabile della scomparsa della giovane: suo padre, secondo alcune ricostruzioni, potrebbe aver eseguito materialmente l'omicidio, con la diretta collaborazione dei genitori di Saman. Molti gli elementi che propendono a carico dei famigliari, come i video, che ritraggono i genitori uscire con la ragazza e poi tornare da soli, o il padre che rientra con lo zainetto di Saman, ma senza sua figlia al fianco.