E' l'UNESCO ad aver lanciato l'allarme gli algoritmi hanno il potere di diffondere e rafforzare stereotipi e pregiudizi di genere. "Se il sistema suggerisce al decisore, può essere il Ceo, può essre un manager, di assumere quella persona a quello stipendio è perché si continua un pregiudizio che si porta dal passato. Ho iniziato a sviluppare il mio primo sistema per identificare il buyers di genere nei dataset delle aziende. Per esempio se nell'azienda le persone donne e uomini con la stessa mansione guadagnano la stessa somma". "Ci sono due aspetti di di quello che potrebbe essere la questione di genere, soprattutto in campo diciamo biomedico, da una parte la donna è stata meno studiata dal punto di vista dell'oggetto tra virgolette, cioè del paziente. Spesso gli studi clinici si fanno più su pazienti maschi e quindi talvolta noi non sappiamo esattamente anche per le dosi eccetera, è molto meglio fare uno studio che comprenda uomini e donne". "Il lavorare nel digitale oltre a permettere appunto di cambiare il mondo, di costruire un mondo sperabilmente migliore e se non ci sono le donne a costruirlo non sarà migliore e questo può essere pure un punto di vista come dire particolare ma basta guardare le guerre, le guerre le fanno gli uomini, allora vogliamo cambiare qualcosa anche su questo? C'è questa opportunità, e l'opportunità ce la dà la rivoluzione digitale però bisogna esserne protagoniste".