É un nuovo capitolo dell'annosa vicenda: rifiuti di Roma. Il colpo di scena della sindaca Raggi che annuncia l'intenzione di riaprire, con ordinanza, la discarica di Albano Laziale, ferma dal 2016, dopo l'incendio del connesso Tmb. L'invaso ha ancora volumetrie autorizzate per circa 200mila metri cubi, ma qui nessuno vuole saperne. "Noi diciamo no perché questa zona è particolare, nel momento in cui ha preso fuoco ed è stata chiusa nel 2016, avevamo cercato, in qualche modo, di fare una bonifica della zona." Immediata anche la reazione del Sindaco della cittadina dei Castelli che ha annunciato barricate e tutte le azioni legali necessarie. "Qua non si tratta soltanto di Albano Laziale, si tratta di un territorio vasto, si tratta di un territorio che ha già sacrificato gran parte di una sua porzione nel corso degli anni, per rispondere a delle esigenze territoriali. Oggi i nostri comuni portano avanti una raccolta differenziata spinta." Una battaglia nella quale avrà il supporto dei comitati cittadini e delle associazioni ambientaliste. "Studi, che praticamente sono stati effettuati dalla Regione Lazio, dicono, è uno studio epidemiologico che, nel raggio di 5 km dalla discarica, si muore di più, l'unica soluzione è la raccolta differenziata. Non accetteremo alternative." Qui finisce il comune di Albano Laziale, quello è Pomezia, quello è invece il territorio di Ardea e lì dove c'è quel cumulo di rifiuti comincia Roma. "C'è il fondato timore che questa riapertura possa essere solo l'inizio, credo che la mia collega Raggi gradirebbe molto che si prendessero in considerazione anche altre opzioni, come ad esempio quella di Colleferro." L'iniziativa della sindaca Raggi è arrivata al termine della riunione convocata dal Prefetto di Roma, un tavolo tra Comune, Regione e AMA per trovare una soluzione all'emergenza, per mettere ordine, per provare ad avviare un percorso su un tema delicato e complesso. Ma ormai è scontro aperto.