Nello scenario economico che ha caratterizzato lo scorso anno con il prodotto interno lordo in aumento, la produzione di rifiuti urbani in Italia, dopo il calo del precedente biennio, si attesta quasi 29,3 milioni di tonnellate. Con un incremento dello 0,7% é quanto emerge dall'ultima edizione del rapporto rifiuti urbani dell'Ispra arrivato alla 26esima edizione. Strumento di supporto al legislatore per orientare politiche e interventi, per introdurre se necessario misure correttive. Per quanto riguarda la raccolta differenziata si registra un valore complessivo nazionale del 66,6%; sul podio Bologna che arriva quasi al 73 ed è la prima città con popolazione di oltre 200 mila abitanti a superare l'obiettivo del 65% di raccolta, seguono distanziate di Torino, Firenze, Messina e Verona, in leggera crescita Roma rispetto al 2022. Ma se si considerano le regioni nella loro interezza il mezzogiorno negli ultimi anni ha mostrato la crescita maggiore della percentuale di differenziata tanto che lo scostamento tra nord e sud si è ridotto di 4 punti e mezzo e tra centro e sud di 3,8. Cresce anche nel complesso la percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani. In discarica invece arriva ancora i 15,8 dei rifiuti prodotti un calo di quasi il 11% rispetto al 2022. La strada intrapresa dunque è corretta ma c'è ancora da fare per ridurre il ricorso a questa forma di smaltimento, se si intende raggiungere gli obiettivi europei tetto massimo il 10% della produzione a partire dal 2035. Fondamentale quindi accelerare sulla strada del miglioramento del sistema in particolare in alcune aree del paese approfittando magari degli oltre due miliardi di euro stanziati nel PNRR per investimenti nella gestione di rifiuti e nei progetti innovativi di economia circolare.