Il Ministro della Salute Roberto Speranza sapeva ed era irritato per la pubblicazione sul sito dell'OMS del rapporto con il quale si metteva in luce l'inadeguatezza dell'Italia nell'affrontare l'epidemia, ma non avrebbe fatto alcuna pressione per ottenere la rimozione dal web dello studio poi avvenuto in meno di 24 ore. È l'ultimo tassello di un'indagine delicatissima della Procura di Bergamo che ormai imbarazza anche i palazzi della politica, un'inchiesta che puntava ad accertare le responsabilità sulla mancata zona rossa in Val Seriana, ma che poi si è ampliata con un nuovo filone, l'assenza in Italia di un piano pandemico aggiornato. Anche per questo per il PM cruciale un rapporto della Divisione Europea dell'OMS firmato dal gruppo di esperti guidato da Francesco Zambon, nel quale si sosteneva che l'Italia l'anno scorso non avesse le armi per far fronte all'epidemia, anche perché dotato di piano un pandemico datato e fermo addirittura al 2006. Un documento quello firmato da Zambon pubblicato per sole 24 ore sul sito dell'OMS il 14 maggio scorso e poi rimosso ma da chi e perché? Zambon ai magistrati ha denunciato di avere subito delle pressioni attraverso delle mail, agli atti dell'inchiesta, da parte di Ranieri Guerra Direttore Vicario dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che chiedeva di modificare e di edulcorare il contenuto del rapporto e post datare il piano pandemico facendolo sembrare aggiornato al 2016. Versione sempre respinta dallo stesso Guerra che però è finito sul registro degli indagati con l'accusa di falsa testimonianza ai PM. Come riferito invece da fonti giudiziarie, non ci sarebbero elementi per sostenere un intervento di Speranza per far cadere nel nulla quel rapporto. La Procura di Bergamo ha chiesto altri sei mesi di proroga delle indagini per poter ricostruire in maniera rigorosa cosa accadde nell'anno più buio della storia recente del nostro paese e rispondere così a una domanda cruciale, un piano pandemico chiaro e aggiornato avrebbe potuto ridurre il numero dei morti?.