Sharing mobility o più semplicemente trasporto condiviso. Non è un fenomeno passeggero, ma un'abitudine sempre più radicata nella quotidianità dei cittadini e cittadine. Maggiormente utilizzata dagli uomini, il XI° rapporto nazionale racconta di un fenomeno in espansione, con una domanda che continua a crescere di fronte al calo dell'offerta e con l'obiettivo di una maggiore integrazione col trasporto pubblico. "È una realtà in crescita soprattutto grazie ad alcune riforme che abbiamo introdotto, cioè quello di utilizzarla di più come uno strumento di trasporto non ludico, ma per i trasporti reali che interessano le persone. Quindi abbiamo chiesto e ottenuto con le nostre nuove regole meno posti, meno veicoli nel centro, ma più nelle periferie". In difficoltà il reparto del car sharing, continua a volare il bike sharing, mentre diminuisce l'offerta dei monopattini e si contrae la domanda per gli scooter. "Si prevedono 60 milioni di noleggi in sharing nelle città italiane, che è un numero molto importante. Ma per farlo crescere e farlo arrivare ad esempio a quello che succede a Parigi o a Barcellona che è molto più grande, ci vuole un sostegno pubblico e un'integrazione col trasporto pubblico". Pochi gli incidenti e anche in diminuzione. "L'incidentalità, emerge molto chiaramente dal rapporto, è in diminuzione. C'è soltanto, per tutto il vehicle sharing, un incidente ogni 300mila abitanti. I monopattini hanno un tasso di incidentalità che è diciamo accomunabile a quello dello scooter sharing, peraltro sono incidenti in calo del 7%". Nel complesso il calo generalizzato evidenzia un miglioramento significativo della sicurezza. .























