Le vittime di abusi sono troppo spesso bambini, anche molto piccoli. Secondo il rapporto UNICEF, appena pubblicato, intitolato “La condizione dell’infanzia nel mondo 2017: figli dell’era digitale”, il 53 per cento delle vittime di violenze ha meno di 10 anni. Un dato allarmante, ma inferiore del 69 per cento a quello riferito al 2015. In aumento, invece, il numero di immagini di bambini dagli 11 ai 15 anni che gira sul web: dal 30 per cento rilevato nel 2015 al 45 per cento del 2016. Uno dei motivi di questo incremento è rappresentato dai contenuti autoprodotti e condivisi online mediante i social network dagli stessi ragazzini. Secondo la Internet Watch Foundation, la fondazione per la sorveglianza di internet, nel 2016 57.335 url contenevano materiale pedopornografico, fra queste pagine il 60 per cento era ospitato su server dislocati in Europa e il 37 per cento in Nord America e dagli stessi Paesi provengono i bambini raffigurati nel materiale pedopornografico stando al rapporto Net Clean, un’indagine di Polizia condotta nel 2016 in 26 paesi. Uno dei fattori ritenuti determinanti per la concentrazione delle vittime, specialmente in alcune aree geografiche, è l’alto numero di dispositivi internet a disposizione e la mancanza di un’adeguata legislazione che vieti i reati sessuali e l’accesso nei confronti dei minori. I bambini con bisogni educativi speciali, inoltre, sono percepiti maggiormente a rischio, stando al sondaggio sulla sicurezza dei giovani in internet, che ha coinvolto ragazzini dai 10 ai 17 anni, con una differenza di genere. Le ragazze correrebbero un rischio tre volte superiore rispetto ai coetanei maschi di essere adescate online per scopi sessuali.