Il 10 dicembre scorso la chiusura dell'indagine. Ora la richiesta di rinvio a giudizio, la procura di Roma ha depositato la richiesta di processo per i quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati del rapimento e della morte di Giulio Regeni, il ricercatore friulano torturato e ucciso nel 2016 in Egitto. I reati contestati vanno dal sequestro di persona pluriaggravato al concorso di lesioni personali, all'omicidio. Per un quinto agente gli stessi Pm avevano sollecitato l'archiviazione. L'udienza preliminare per i quattro potrebbe essere fissata entro primavera, ma il giudice per l'udienza preliminare si troverà subito davanti l'ennesima difficoltà in un'inchiesta che ne è piena a causa della mancanza di collaborazione da parte dell'Egitto e della questione dell'assenza dell'elezione di domicilio per gli imputati. Propio questa questione era al centro della rogatoria avanzata nell'aprile 2019 in cui i magistrati romani chiedevano risposte agli omologhi egiziani, richieste più volte ribadite e mai soddisfatte. La questione sta nel fatto che per il nostro ordinamento giudiziario non è possibile rinviare a giudizio se non c'è la certezza dell'avvenuta notifica ai quattro agenti, ma una via d'uscita potrebbe comunque esistere. Il gup potrebbe procedere ugualmente, valutando come decisiva la rilevanza mediatica dell'indagine anche in Egitto e la diffusione dei nomi degli imputati.