L’autorizzazione ad approdare al molo di un porto italiano è arrivata solo venerdì, dopo ben 80 ore di navigazione senza meta nelle acque SAR (Search and rescue), cioè le acque internazionali divise in zone di competenza per la ricerca e il soccorso in mare. Così la nave dell’ONG tedesca Sea Watch è potuta finalmente attraccare a Reggio Calabria per far sbarcare 352 migranti. Erano stati soccorsi nel Canale di Sicilia un centinaio da un’altra imbarcazione, che li ha poi trasbordati. Provengono da Sudan, Eritrea, Nigeria, Algeria, Etiopia, Costa d’Avorio e altri Stati africani e sono in condizioni precarie per il lungo ed estenuante viaggio, che passa per le violenze in Libia e i successivi pericoli in mare. Disidratati, stremati, verranno ora assistiti e poi smistati nei vari centri di accoglienza italiani. È il primo sbarco di migranti autorizzato dal Viminale guidato da Salvini, che proprio con riferimento a questo caso ha polemizzato con Malta, che avrebbe respinto la richiesta della Guardia Costiera italiana di intervenire per dare soccorso, costringendo il nostro Paese a farsene carico. In mattinata altri arrivi sono stati consentiti anche a Pozzallo. Oltre 200 persone, recuperate anch’esse nel Canale di Sicilia e condotte in porto da due navi, una della Capitaneria e l’altra di una ONG.