Armi clandestine, fucili a disposizione. Il dialogo captato tra affiliati. Vedi se c'è qualcuno che si vuole comprare un bel fucile, può sempre servire, in caso di emergenza è sempre buono. Violenza privata, ricettazione, truffa, estorsioni. Servono a questo le armi per i reati tipici delle organizzazioni mafiose. Ma il business ben più redditizio per la 'ndrangheta al Nord è quello delle frodi fiscali. "Si dà conto di come queste cosche si siano altamente specializzate e come quindi Reggio Emilia in questo senso, sia veramente un punto di riferimento a livello nazionale per questi servizi di false fatturazioni." È scattato all'alba, al termine di una lunga indagine, il nuovo blitz contro la 'ndrangheta a Reggio Emilia da parte della Polizia di Stato, Squadra mobile di Reggio Emilia, con l'ausilio del Servizio Centrale Operativo e delle squadre mobili di Bologna e Crotone, della Guardia di Finanza di Reggio Emilia. Ten il nome dell'operazione, coordinata dalla Dda di Bologna. Cinque gli arresti per associazione a delinquere di stampo mafioso. Diciotto gli indagati. Numerose le perquisizioni nelle province di Reggio Emilia, Parma e Crotone. Al centro dell'inchiesta il gruppo mafioso Arabia poteva contare su un'ampia disponibilità di armi e di rapporti con imprenditori estranei alla malavita, ma con cui risultava facile fare affari, offrendo loro attraverso sei società, false fatturazioni per abbattere l'imponibile fiscale. "Ammonta a circa un milione e ottocento mila euro di frode fiscale, quindi di importo di fatture false. Il profitto per l'organizzazione si avvicina ai quattrocentomila euro ed oggi è oggetto di sequestro. Quindi parliamo di di quanto gli imprenditori che hanno utilizzato queste fatture hanno corrisposto all'organizzazione a fronte dell'emissione di fatture false." Tradizione e innovazione dell'organizzazione mafiosa. Malgrado i duri colpi subìti come il processo Emilia, le cosche calabresi si confermano profondamente radicate al Nord e in questa regione, in particolare, sottolinea il questore di Reggio Emilia. "Soggetti diciamo di una ventina d'anni fa o di una trentina di anni fa, che erano già stati colpiti in molti casi da provvedimenti dell'autorità giudiziaria o addirittura da sentenze, ma c'è questa questa attività, cioè come dire di ricambio anche generazionale, il che induce a riflessioni, come dire, ancora più preoccupate." .