Le ultime immagini di Saman in vita mentre esce con i genitori dalla casa di Novellara e va verso le serre. La notte tra il 30 aprile e il primo maggio di 3 anni fa Shabbar Abbas e la moglie Nazia Shaheen hanno letteralmente accompagnato la figlia a morire e non si esclude che sia stata la madre l'esecutrice materiale dell'omicidio. Lo scrivono i giudici della Corte d'Assise di Reggio Emilia, nelle motivazioni oltre 600 pagine ora depositate della sentenza di primo grado emessa lo scorso dicembre che condanna all'ergastolo entrambi i genitori, la madre ancora latitante, a 16 anni di carcere Danish Hasnain, zio della diciottenne pakistana e assolve i due cugini. Per i giudici in questo filmato eloquenti ed espressivi sono le movenze e il contegno dei due genitori. La madre in modo fermo e determinato, bloccando con un gesto risoluto il marito, si inoltra nella carraia con Saman. Il marito, si legge nella sentenza, si mostra tormentato, assumendo atteggiamenti che danno conto della drammaticità di ciò che sta accadendo ma resta ad osservare senza far nulla, confermando così la sua adesione psicologica piena al fatto. La loro decisione di uccidere Saman sarebbe stata concordata nel corso delle telefonate con lo zio. Secondo i giudici c'è un elemento che nulla toglie e nulla aggiunge alla gravità del fatto ma corrisponde a una verità che la corte è tenuta a rilevare. Saman non è stata uccisa per il suo no a un matrimonio combinato ma per la sua relazione con Saqib, voleva andarsene e vivere libera insieme a lui, una scelta inaccettabile per il clan degli Abbas.