Le persone aiutate e salvate in ogni parte del mondo e i loro sguardi, le loro ferite, i volti dei medici e degli infermieri, i 30 anni di Emergency nella mostra "Humanity Lovers", un racconto dell'associazione fondata da Gino Strada attraverso dieci parole chiave. "Di diritti, parliamo di guerra, parliamo di cura naturalmente, ma parliamo anche di cultura e di utopia che sono parole magari meno scontate ma che sono essenziali all'agire che abbiamo portato avanti questi anni". Un percorso attraverso fotografie, pensieri, poesie e video, la voce di Gino Strada. "La sua idea era che la guerra andasse abolita. Sembra un'utopia ma ci diceva l'utopia è solo qualcosa che ancora non c'è". Su arti artificiali poggia il tavolo delle trattative, un opera di Alessandro Bergonzoni, attorno si siederanno i bambini delle scuole, racconta l'autore, ma l'invito è ai grandi della Terra. "Se qualcuno mai ci si metterà attorno per diplomazia e per compromesso, sappia che poggia sulle gambe di persone che le hanno perdute perché questo tempo è stato perduto". A Reggio Emilia fino al 20 ottobre la mostra accompagna il quarto Festival di Emergency che fino a domenica riempie il centro storico di eventi, proiezioni, installazioni e incontri, nomi italiani e internazionali della cultura, dell'informazione, dello spettacolo per Emergency. Sono oltre 13 milioni le persone aiutate in 20 paesi in questi 30 anni. "Abbiamo avviato un progetto in Ucraina da pochissime settimane e siamo finalmente riusciti ad entrare a Gaza proprio 15 giorni fa". "Cos'è cambiato nel vostro lavoro?" "Il mandato di Emergency è quello di fornire cure di qualità e gratuite soprattutto a chi subisce le conseguenze delle guerre, della povertà che ormai nelle guerre di oggi non c'è più distinzione fra civile e militare, quindi, anzi sempre più spesso i civili diventano accusati di complicità con chi le guerre le combatte e quindi diventano un obiettivo specifico contro tutte le leggi internazionali.