È un report in bianco e nero dove lo stato della salute generale degli ospedali nel nostro paese migliora, ma il gap tra nord e sud e tra le eccellenze delle grandi città e i piccoli centri si allarga. Una foto, quella che emerge dai risultati del programma nazionale del 2025 di Agenas, e di un sistema sanitario che rimane ancora segnato da forti diseguaglianze. Le strutture valutate su alcune aree specifiche sono tra pubbliche. 1117 e sono 15 quelle che su almeno sei parametri hanno raggiunto nel 2024, livelli molto alti e la maggior parte al nord del paese. Dall'ospedale Bolognini in Lombardia, a quello di Montebelluna in Veneto, del Bentivoglia in Emilia Romagna, a quello di Città di Castello in Umbria, dall'ospedale Maggiore di Lodi alla Pambulanza di Brescia fino al Papa Giovanni ventitreesimo di Bergamo, e all'Humanitas ancora in Lombardia, tra i primi, quello più al sud del Federico secondo di Napoli in Campania. Guardando nel dettaglio alle singole prestazioni migliorano gli esiti del tumore al seno, mentre peggiora quello del cancro al retto. Le cure sono aumentate, ma con grandi differenze tra regioni, in particolare per gli interventi complessi come quello del pancreas e più in generale per la chirurgia oncologica, una su tre a livelli bassi o molto bassi rispetto agli standard di qualità nell'area materno infantile diminuiscono necessari, ma non al sud. La nostra strategia si declina nella valorizzazione degli operatori sanitari, nella revisione di modelli organizzativi, in un'ottica di efficientamento, e di efficacia alla luce delle evoluzioni che hanno cambiato la medicina, nella dotazione di tecnologie all'avanguardia nelle strutture sanitarie. Al nord come al sud, perché l'accesso a cure di elevata qualità non sia privilegio di pochi, non dipenda dal CAP, come ripeto sempre, ma sia veramente un diritto esigibile da tutti. Emanuela Ambrosino, Sky TG 24. .























