Era già finito nei guai con la giustizia, ma questa volta per la prima volta per l'ex Senatore Sergio De Gregorio si sono spalancate le porte del carcere. Nelle immagini il momento in cui lascia la Questura di Roma, scortato dagli agenti. Insieme ad altre otto persone è finito al centro di una delicata inchiesta dell'antimafia, su un presunto giro di estorsioni e riciclaggio, in bar e locali della capitale. Per i magistrati l'ex deputato, che col passaggio da Italia dei Valori al Popolo della Libertà contribuì alla caduta del secondo Governo Prodi, è la mente di un gruppo criminale che estorceva soldi con minacce e intimidazioni. Attraverso la creazione di alcune società di comodo, avrebbero nascosto un fiume di denaro. “Il meccanismo era che agli indagati, gli arrestati, hanno creato delle società dove hanno riciclato i soldi delle estorsioni e in alcuni casi in queste società sono pervenuti anche i soldi di provenienza illecita, la provenienza è ancora da scoprire, ma oggetto di truffa ed altri reati, da parte di una commercialista del nord Italia”. Le indagini sono partite grazie alla denuncia del titolare di un bar, a cui gli indagati avrebbero chiesto 80.000 euro con la minaccia di apporre i sigilli al locale. I riscontri, con intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’estorsione. Come emissari furono inviati due militari della Marina, anche loro finiti nell'inchiesta. “Personaggio dalla caratura criminale e scaltrezza davvero eccezionali” sono le parole usate dal GIP di Roma nell’ordinanza di custodia cautelare, per descrivere l'ex Senatore. L'operazione, chiamata “Pianeta Italia”, ha portato anche al sequestro preventivo delle quote societarie e di conti correnti, oltre al sequestro di circa 480.000 euro.