La rivolta scoppiata martedì al tramonto è stata sedata solo dopo alcune ore 50 detenuti hanno minacciato di usare bastoni e olio bollente sugli agenti di Polizia Penitenziaria. Polizia e Carabinieri in tenuta antisommossa hanno circondato il carcere pronti a intervenire ma non è stato necessario l'uso della forza anche grazie all'intervento di mediazione del vice Procuratore di Agrigento Vella si è evitato il peggio. Nove detenuti dovranno però rispondere di sequestro di persona, resistenza e violenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato all'origine della protesta le condizioni in cui centinaia di detenuti sono costretti a vivere nella struttura che si trova sulle colline tra Agrigento e Favara. Lamentano soprattutto il freddo nelle celle il mal funzionamento degli impianti di riscaldamento e a volte delle docce con acqua calda ma anche la mancata concessione di permessi speciali a Natale. Di evento critico annunciato parla il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria ricordando le violente proteste che nel 2023 si sono verificate anche nei penitenziari di Noto, Augusta e San Cataldo. "La situazione delle carceri italiane è allarmante" denuncia il Sappe, i previsti e promessi guanti anti taglio, caschi scudi kit antisommossa, non sono arrivati. "Uomini e donne del Corpo di Polizia Penitenziaria conclude la nota del sindacato sono costretti a svolgere servizio senza alcuno strumento utile a proteggersi dalle continue aggressioni dei detenuti più violenti.