Quando finì sotto inchiesta della Procura di Roma per reati ambientali diceva “È la capitale che ha bisogno di me, sono i politici che mi cercano”. Il tempo passa e Manlio Cerroni, re della monnezza, cade sempre in piedi risorgendo dalle ceneri del suo business: i rifiuti. Il Comune di Roma (Movimento 5 Stelle) e la Regione (Pd) si sarebbero accordati per riaprire il maxi impianto di Rocca Cencia, il più grande tritovagliatore della capitale di proprietà di Cerroni, con una capienza giornaliera di 1.200 tonnellate. Si tratta di una sorta di macina che produce un materiale da smaltire negli inceneritori, peraltro sempre criticati dai grillini e dai comitati cittadini. La notizia ha fatto rivoltare gli abitanti di Roma Est che considerano il loro territorio ormai una discarica, se non addirittura una nuova Terra dei fuochi. L’autorizzazione alla riapertura di Rocca Cencia è della Regione ma, stando ai ben informati, Virginia Raggi non avrebbe fatto alcuna opposizione. Sotto processo per reati ambientali, commissariato da Prefettura e anticorruzione, in seguito ad una interdittiva antimafia del Consiglio di Stato, la politica romana bussa di nuovo alla sua porta per risolvere il problema rifiuti ed essere pronta alle nuove emergenze. L’ottavo re di Roma, simbolo del vecchio potere, novant’anni, in attesa di una sentenza per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, potrebbe tornare, dunque, a salvare Roma.