Un polmone verde dove coesistono ecosistemi diversi: questo è il Parco delle Madonie nel palermitano ed è questo uno dei 61 luoghi indicati per il possibile stoccaggio di rifiuti nucleari, esattamente in una zona che è al confine tra il comune di Castellana Sicula e quello di Petralia Sottana nel palermitano. Una zona dove da anni sono state impiantate culture bio che vengono poi esportate in tutto il mondo. I comuni non ci stanno e si sono riuniti per esprimere il loro secco no a questa possibilità. "Si ucciderebbe un territorio naturalistico ed in più il sito individuato ricade in una zona a rischio sismico elevato". Stiamo attivando tutte le procedure per bloccare perché è previsto che entro 60 giorni ci dobbiamo opporre o dare delle spiegazioni. - Tra l'altro si tratta anche di una zona particolarmente sismica. - Sì, soprattutto questo. Infatti nel documento che abbiamo scaricato dal Ministero proprio noi siamo in fascia gialla, la quarta fascia, la meno idonea per fare una cosa del genere. Fermo restando che a mio parere la Sicilia è tutta inidonea dal punto vista sismico per l'identificazione di un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi. I comuni della zona fanno squadra: "qui", dicono, "le scorie non possono arrivare". Quest'area credo che proprio per queste caratteristiche naturalistiche non doveva neanche essere presa in considerazione. Aldilà degli aspetti sismici, quelli naturalistici, la biodiversità che c'è all'interno del parco delle Madonie, ha circa il 50% della biodiversità di tutto il Mediterraneo. Questo sta a significare che realizzare un centro di stoccaggio sarebbe veramente una cosa assurda, impensabile e controtendenza, noi ci opporremo, ma non per un no di principio, ma per un no motivato e ragionato.