L’amministrazione Raggi punta il dito contro l’insufficienza degli impianti di trattamento e smaltimento dove vengono portate rifiuti, quasi tutti fuori Roma, talvolta anche fuori Regione; l'AMA, la municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti, si dice parte lesa perché, scrive in una nota, a mancare è un solido sistema di gestione dei rifiuti. Il risultato è il penoso spettacolo di cassonetti trabordanti rifiuti, spesso quasi inaccessibili perché circondati a loro volta da montagne di spazzatura. "Ci sono i topi, ci stanno le blatte, ci stanno i gabbiani. Ci sono tanti di quegli animali che in qualche modo possono essere vettori di un'infezione". Il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma ha lanciato un allerta igienica. "Ci possiamo trovare in una situazione di un allarme igienico serio e dall'allarme igienico, appena noi abbiamo poi un primo caso di dermatite o di salmonellosi ti diventa allarme sanitario". Per non parlare del rischio che vengano dati alle fiamme liberando diossina. Il caldo estivo poi peggiora la situazione. "Accelera i processi di putrefazione e quindi la formazione di larve e quindi dalle larve anche insetti che possono, in qualche modo, poi andare in giro e quindi portare dai cassonetti in altri ambienti quei veicoli di infezione". È la terza volta in un anno e mezzo che l'Ordine dei medici interviene. Questa volta lo ha fatto scrivere una lettera al Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, alla Regione Lazio, al Campidoglio e al Prefetto di Roma. "Che si mettessero una volta per tutte al tavolo e trovassero una soluzione definitiva". Insomma, la Capitale paga il prezzi di una raccolta differenziata ferma al palo. In 5 anni la percentuale in città è cresciuta di appena il 3% e sfiora il 46%, ben lontano da quel 70% promesso per il 2021. E il risultato è sotto gli occhi di tutti.