Mercoledì 10 agosto. Roma si svuota, i romani vanno in vacanza, i turisti arrivano sempre più numerosi. Iniziamo il nostro giro per documentare lo stato dei cassonetti romani proprio dal centro, da piazza Risorgimento a due passi da San Pietro. La capitale produce quasi 5.000 tonnellate di rifiuti al giorno, più di un milione e 600mila tonnellate in un anno, di queste 2.000 la raccolta differenziata le altre 2.600 tonnellate sono rifiuti indifferenziati. Dal centro ci spostiamo verso Boccea, attraversiamo Torrevecchia proprio dove un mese fa qualcuno ha dato fuoco ai cassonetti perché stracolmi e maleodoranti, superiamo il raccordo anulare arrivando fino a Casalotti e Selva Candida, qui spariscono i cassonetti e dai sacchetti davanti ai cancelli ci accorgiamo che viene praticata la raccolta differenziata. Raccolta differenziata, l'inefficienza numero uno nella capitale, con una media del 61,3% Roma si posiziona non benissimo tra le grandi città, vanta il 45,2 incrementarla diventa il primo obiettivo, il target è arrivare al 65% entro il 2030. L'altra questione è: che fine fanno i rifiuti? Quelli differenziati, pochi abbiamo detto, vengono riciclati o lavorati mentre i rifiuti non differenziati, dicevamo prima che sono 2.600 tonnellate al giorno, in buona sostanza finiscono negli impianti di selezione ciò che resta va in discarica o viene incenerita. Con l'incendio di Malagrotta, uno dei più grandi impianti d'Europa e senza alternative reali, Roma è costretta ad inviare, pagando profumatamente, i suoi rifiuti altrove, Latina, Frosinone, Abruzzo, Lombardia oppure verso l'inceneritore dell'Emilia Romagna quando non partono in treno per l'Austria o l'Olanda, dispendioso e affatto sostenibile, va trovata una soluzione. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, nominato da Draghi Commissario straordinario per il Giubileo ha annunciato una settimana fa un piano rifiuti che dovrebbe essere approvato in via definitiva il 15 ottobre: 5 nuovi impianti da realizzare tra cui un termovalorizzatore da 600mila tonnellate che il primo cittadino vorrebbe pronto entro il 2025, un investimento da 700 milioni di euro per smaltire l'indifferenziato, diventato casus belli in materia di campagna elettorale.