Considerato essenziale nella terapia del dolore, il Fentanyl è ormai diventato l'oppioide sintetico più venduto al mondo, ed è la principale causa di morte tra i giovani, soprattutto negli Stati Uniti. Sebbene in Italia non rappresenti un'emergenza al momento, a Villa Maraini specialisti americani hanno portato la loro esperienza per mettere a punto strategie efficaci. "Noi cerchiamo di aggregare tutte le forze disponibili essendo stati gli unici in questi anni a fare le overdosi per strada, ed essendo stati i primi a diffondere il Naloxone on the road fin dal 1980". In Italia e in Europa raccomandazioni e restrizioni rispetto a questo tipo di oppiacei ne hanno limitato sostanzialmente l'impiego quasi esclusivamente all'area sanitaria, ma già oltre un mese fa la direzione generale prevenzione del Ministero della Salute ha portato l'allerta a tre, il livello massimo e in via preventiva. "Non c'è nessun allarme, però noi avevamo il dovere di allertare, e questo l'abbiamo fatto. Quindi, abbiamo allertato le regioni, abbiamo allertato le Forze dell'Ordine per dire: guardate, osserviamo, perché se dovessero succedere dei fatti fraudolenti nelle farmacie, degli ospedali, dovessero scomparire questi farmaci, noi dobbiamo stare attenti". 50 volte più potente dell'eroina, il Fentanyl è una delle droghe più letali e allo stesso tempo più a basso costo. Negli Stati Uniti a fronte di una realtà drammatica, il sistema ha deciso di reagire: proviamo ad intercettare i tossicodipendenti prima che sia troppo tardi, dice il dottor Johnson, e li trasferiamo in apposite comunità, dove vengono assistiti dal punto di vista medico e psichiatrico, ma anche provando a dare loro un posto stabile in cui vivere e procurandogli un lavoro. Passo fondamentale, dunque, confrontarsi con chi è già costretto a fronteggiare l'allarme, con l'obiettivo di creare una collaborazione a più livelli per essere, eventualmente, preparati.