Una voce che continuava a ripetere mamma. Allora io ho iniziato ad urlare il nome: Nicola, Nicola e lui continuava a dire mamma. L'istinto mi ha portato ad andare subito sotto, ad andare a vedere se era davvero il piccolo che era scomparso. E all'interno di un rovo, molto fitto, c'era lui. Stava bene, era terrorizzato, quando l'ho preso in braccio si è tranquillizzato perché l'ho accarezzavo ed era pieno di graffi. E il momento più bello è stato, proprio, quando l'abbiamo restituito ai genitori.