Erano anni che gli inquilini della Torre dei Moro chiedevano ai costruttori dettagli su quei pannelli che rivestivano l'edificio. Almeno dal 2015, sei anni prima cioè di quel 29 agosto 2021, quando le fiamme avvolsero 18 piani di appartamenti trasformando la torre in una torcia. Le richieste dei condomini erano arrivate anche tramite un legale ma non perché sono spettassero che fossero altamente infiammabili ma molto più semplicemente perché quei pannelli che dovevano essere autopulenti, si erano invece sporcati subito. "Le imprese di pulizie che siano offerte di pulire la facciata chiaramente volevano avere una dichiarazione di conformità e soprattutto capire che tipo di pannello era per usare detergenti corretti. Non è mai arrivata nessuna risposta, noi abbiamo capito che non si trattava di un pannello di capitolato subito dopo l'incendio". Questo è ciò che restava tre mesi dopo l'incendio di uno dei 20 appartamenti andati completamente distrutti con all'interno l'intera vita che ci abitava. 82 Famiglie in totale, costituitesi parte civile nel processo che vede 13 imputati, tra cui il costruttore e i manager dell'azienda spagnola a produttrice dei pannelli Larson Pe della Alucoil. "Il progettista deve spiegare i materiali sicuri e quei materiali impiegati non era assolutamente sicuri e non erano sicuri perché lo si vedeva a vista che non la non sicuri, perché chiunque conosca cos'è il polietilene, i nostri sacchi neri per intenderci, sa che se gli avvicino il fiammifero vanno a fuoco". Quei pannelli erano composti proprio da polietilene compresso tra due lamine di alluminio, benzina solida l'ha definita un consulente della procura nella scorsa udienza, un miracolo che a Milano non ci siano state vittime. Da tre anni e mezzo però gli inquilini della Torre dei Moro sono senza casa. "A spese nostre abbiamo dovuto trovarci un appartamento e saremo fuori sicuramente altri due anni quindi cinque anni completamente a nostre spese e dopo aver subito quello che abbiamo subito.