Erano in tanti, molti più dei 2mila previsti inizialmente dai promotori del corteo. Potere al popolo, sigla di sinistra alla quale si sono uniti sindacati di base, cittadini comuni e centinaia di studenti anche adolescenti. "Contro l'invio di armi all'Ucraina, contro l'invio di armi a Israele e contro l'attuale governo che procede con queste politiche impopolari ed in piena violazione della Costituzione". Da Piazza Vittorio fino a Piazzale Aldo Moro la manifestazione si è snodata senza tensioni tra bandiere palestinesi e tante altre rosse. Poi, di fronte ai cancelli dell'università La Sapienza 500 studenti, alcuni già da mesi in lotta a favore della causa palestinese, si sono uniti al corteo e poco prima dell'arrivo a Porta Pia hanno tentato di deviare scontrandosi la polizia che ha risposto con i lacrimoni. Quindi, al termine della manifestazione, lo stesso gruppo ha esploso petardi e bombe carta tornando compatto nell'ateneo romano dove la protesta si è conclusa. Gli altri partecipanti hanno però preso le distanze da questi azioni sottolineando i motivi della contestazione. "Non un soldo speso per le armi e per la guerra va ad arricchire le industrie belliche e viene tolto a sanità, istruzione, scuola ai servizi che servono alla maggioranza della popolazione". "Abbiamo due paesi per l'appunto. Da una parte, quello che fa l'interesse di una minoranza, Meloni e l'ultradestra, dall'altra, una rappresentanza degli interessi della maggioranza del Paese, la maggioranza che lavora che suda che fa fatica e che spesso emigra, ma che vuole una vita dignitosa".