L'obiettivo è realizzare entro il 2025 un termovalorizzatore da 600mila tonnellate, in grado di assicurare a Roma l'autosufficienza e di risolvere dopo tanti anni uno dei problemi più spinosi per la Capitale: quello della emergenza rifiuti. Il decreto approvato lunedì dal Consiglio dei Ministri, autorizza il sindaco della capitale, commissario straordinario al Giubileo, a scegliere. E Roberto Gualtieri ha annunciato il suo progetto. L'area individuata potrebbe essere questa; è una zona di proprietà dell'AMA. Siamo a Santa Palomba al confine con il Comune di Pomezia. Un'area industriale, non è sottoposta a vincoli ed è a bassa densità abitativa. Il termovalorizzatore è un impianto che brucia rifiuti indifferenziati; utilizza il calore prodotto dalla combustione per generare energia. I fumi prodotti dalla combustione vengono trattati con ammoniaca e convogliati in un camino da cui escono solo dopo essere passati attraverso un sistema di depurazione che trattiene i micro-inquinanti: metalli pesanti, diossine e furani. Mentre filtri a maniche trattengono le polveri in sospensione. L'idea sarebbe quella di creare, qui, un impianto a controllo pubblico con protagoniste AMA, ACEA e la milanese A2A, insieme all'emiliana HERA come fornitori di tecnologia. Si opterrebbe per un inceneritore di modello Bolzano in grado di bruciare i rifiuti senza trattamento preliminare. Che dimensioni avrà il nuovo termovalorizzatore? Dipende dalla pianificazione del fabbisogno impiantistico che viene calcolato sul totale dei rifiuti prodotti, cioè, sul saldo tra la raccolta differenziata e indifferenziata. Quantificata la reale portata di rifiuti da trattare si potrebbe ad esempio decidere se realizzare un inceneritore di proprietà pubblica, auspicando così di abbattere i costi stimati tra i 50 e i 60 Euro a tonnellata. Un investimento di circa 700 milioni di Euro che le posizioni criticano perché un mega inceneritore del genere nascerebbe già vecchio. Non solo perché ci vorrebbero almeno 5 o 6 anni per costruirlo, ma anche perché significherebbe un enorme arretramento sugli obiettivi del riciclo dei rifiuti che a Roma ancora stenta a decollare. Ultimo tema: le emissioni. Chi si oppone a questo progetto rivendica l'esistenza di tecnologie più innovative e già disponibili, che consentono di trattare i rifiuti con emissioni meno inquinanti.























