"È una prevenzione che viene fatta a seguito appunto di una serie di analisi che l'Arpae ha fatto". Sono 19 su 98 le località della Riviera Romagnola in cui è scattato il divieto di balneazione per motivi igienico-sanitari secondo i dati rilevati dalla Arpae a causa dello sversamento dei fiumi esondati tra il 16 e il 17 maggio. Ad essere interessati sono i tratti di costa vicino alle foci dei fiumi Canale Destra Reno, Lamone e Bevano dove è stato rilevato il rischio di Escherichia coli e diversi tratti che vanno dalla Marina di Ravenna a Cervia sono risultati non conformi per enterococchi. "Una situazione temporanea", assicurano le istituzioni locali che nel frattempo hanno iniziato la pulizia delle spiagge e chiesto di intensificare le analisi delle acque. "Per il mare delle nostre spiagge ha bisogno di qualche giorno per ristorare. Comunque la stagione turistica parte e ovviamente nella trasparenza che ci contraddistingue abbiamo chiesto che fossero intensificate le analisi, i campionamenti delle acque, in modo da monitorare lo stato di salute del nostro mare. Anche la ripresa che speriamo possa essere il più veloce possibile". "La stagione balneare non è a rischio", ci assicura il proprietario di uno dei lidi che da un lato guarda la foce del Lamone, dall'altro al mare. Viene da Lugo e ora che ha ripulito la sua casa può dedicarsi alla stagione balneare appena iniziata. "La forza che ha la Romagna è che non ha mai venduto il mare ma ha sempre avuto tutti i servizi sulle spiagge, quindi... noi fondamentalmente non è che siamo così preoccupati, anche perché questa situazione nel giro di 10 giorni si va a calmare". Sono tante le persone che arrivano qui dalle zone più colpite del Ravennate e il pensiero va a loro. A chi ha perso tutto e deve ricominciare. "Chi è stato colpito in maniera forte io non penso che abbiano molta voglia di spendere soldi da qualche parte ma non solamente qui da noi, in generale, anche perché si dovranno rifare".