Tre giovani che rientrano a Roma dalla Sardegna, dopo una vacanza a porto Cervo. Uno di loro, con un leggero rialzo febbrile, la telefonata della compagna di viaggio che avverte di avere contratto il coronavirus. La scelta di prenotare a pagamento e a domicilio tre tamponi rapidi. L'esecuzione in pochi minuti e il risultato: tutti e tre negativi. Ma i giovani sono i figli della compagna di Roy de Vita, primario di chirurgia plastica e ricostruttiva del Regina Elena, che decide di approfondire le indagini e di fare il tampone classico, quello molecolare. Il tampone rapido non ricerca il virus come il tradizionale ma l'antigene virale. Perdonatemi se non entro nel dettaglio tecnico, sarebbe un po' troppo complicato sia da spiegare che da comprendere, ma diciamo solo che c'è una grande differenza di metodo fra i due test, quello classico e quello rapido. E preciso, e questo è un particolare importante, che il test rapido è stato comunque validato da una delle strutture ospedaliere in prima linea in Italia sulla lotta al coronavirus. Cionondimeno rimango fortemente scettico, e prego Raffaella di considerare i ragazzi positivi fino a tampone tradizionale eseguito, quindi: isolamento, distanza sociale, mascherina, tutto per tutti. L'indomani viene eseguito il tampone classico, e dopo tre ore e mezza, ripeto, il tempo tecnico giusto per eseguire e avere una risposta, arriva il risultato: tutti e tre positivi. Roy De Vita chiede lumi e scopre che la carica virale è elevatissima, e si pone una domanda. Ma stiamo parlando dello stesso test che viene fatto negli aeroporti? A questa domanda la risposta c'è e ve la posso dare subito: sì è lo stesso. E quindi quanti falsi negativi girano a questo punto in Italia, al rientro dalle vacanze? Tutti i test possono dare falsi negativi, precisa il chirurgo, l'affidabilità non è mai assoluta, ma: averne tre su tre consecutivi è un dato che, vi posso garantire, fa tremare i polsi. Soprattutto se all'indagine, definiamola classica, la carica virale di quei tre casi risulta essere elevatissima.