La RU 4 8 6 combinazione di queste due pillole che assunte a 3 giorni di distanza l'una dall'altra provocano l'aborto farmacologico è ancora al centro di polemiche A scatenarle questa volta è la presa di posizione dell'Assessore regionale alla semplificazione degli affari legali della regione Piemonte, Maurizio Marrone di Fratelli d'Italia, che ha proposto una delibera per bloccare l'uso, in day Hospital, della RU 4 8 6, auspicando il ricovero per tutti e 3 i giorni e per fermarne la distribuzione nei consultori, così come invece prevedono le linee guida del Ministero della Salute, approvate lo scorso agosto. Perché vogliamo difendere la libertà di scelta della donna consapevole e la salute della donna. La legge dice che i consultori sono un luogo di assistenza psicologica e informazione e non di somministrazione del farmaco abortivo, come dice invece il Ministro Speranza nelle sue linee guida. Ugualmente il day Hospital, mette a rischio tante donne rispetto a complicazioni successive come emorragie o ostruzioni uterine che si troverebbero a dover affrontare a casa senza assistenza sanitaria immediata. Silvio Viale, che nel 2004-2005 ha curato la sperimentazione della RU 4 8 6 all'ospedale Sant'Anna di Torino, gli risponde così. In tutto il mondo sia l'aborto chirurgico che l'aborto medico si fanno in ambulatorio. La 194 prevede di fare gli aborti sia medici che chirurgici in territorio… in ambulatori funzionalmente collegati all'ospedale. Oggi molte ASL hanno i consultori e l'ospedale, sta a loro decidere come integrarsi. Noi siamo un'azienda ospedaliera, continueremo a farli in ospedale in day Hospital. Il problema non sono i rischi, il problema è la scelta della donna. Per quanto riguarda il diritto ad abortire con il metodo che preferisce. È quello migliore.