Anastasia arriva poco prima delle 11:00, sfugge alle telecamere ed entra nella stanza del GIP di Roma per l'interrogatorio di garanzia. “Non sapevo di avere 70.000 euro nello zaino ed ero davanti a quel pub con Luca, come mille altre volte era capitato”. Poche parole per dire che lei, accusata di tentativo di acquisto di droga, nell'orribile vicenda legata alla morte del suo fidanzato, non c'entra nulla. “Anastasia ha risposto alle domande del Giudice e non è un riferimento al contenuto dell’atto, ma è un mio commento. A mio avviso ha fornito adeguati elementi a dimostrazione della sua estraneità ai fatti che le sono contestati”. I magistrati contestano alla venticinquenne il tentativo di acquisto di un grosso quantitativo di sostanza stupefacente insieme a Giovanni Princi, ex compagno di scuola di Sacchi, finito in carcere. Invece insieme ai due killer, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, e ad un quarto indagato, Marcello De Propris, accusato di concorso in omicidio per aver armato il responsabile materiale dell'omicidio. Ieri, interrogati davanti al GIP, hanno preferito tutti avvalersi della facoltà di non rispondere. Intanto dalle carte nuovi particolari, ad esempio il bancomat scomparso di Luca Sacchi, di cui il padre Alfonso ha fatto denuncia il 30 Ottobre, quattro giorni, cioè, dopo la morte del figlio. Resta poi da svelare il mistero di 70.000 euro e dell'ipotetico finanziatore, che avrebbe investito quel capitale per comprare 15 chili di marijuana.