I capi dell'organizzazione erano due fratelli, Alfredo e Ciccio Marando, originari di Platì, nel Reggino, e appartenenti a una nota famiglia di 'ndrangheta. Da anni vivevano a Roma nel quartiere di San Basilio, tra le più fiorenti piazze di spaccio della capitale. E qui, in una delle tante anonime palazzine popolari, avevano insediato il loro quartier generale e il loro supermarket della droga. Vendevano hashish, marijuana e cocaina, e rifornivano di sostanze non solo il proprio gruppo, ma anche altri due sodalizi della zona. Il modus operandi era quello classico del modello Scampìa, con lo smercio dello stupefacente in dosi attraverso una fittissima rete di pusher e vedette piazzate perfino sui tetti, che cambiavano di continuo a seguito dei numerosi arresti in flagranza dei Carabinieri della Compagnia di Monte Sacro, oltre 90 persone nel corso delle indagini. E proprio da un altro arresto in flagranza del titolare di un bar a Talenti, beccato mentre cedeva alcune dosi a un avventore, è partita l'inchiesta, che, anche filmando tantissimi episodi di spaccio, ha portato a 21 arresti e 13 indagati.