Unico imponente misterioso il nuraghe è testimone di una civiltà, quella Sarda tra le più antiche del Mediterraneo, momento superstite di una cultura arcaica con una struttura sociale già in essere dal XVI secolo avanti Cristo, dal nuraghe potrebbe partire la strada per il rilancio futuro dell'isola in tutto il mondo. Questo è il progetto, far riconoscere tutti i siti nuragici patrimonio dell'umanità con certificazione Unesco, tra aspre montagne o brulle pianure. I circa 7000 insediamenti nuragici sono disseminati da nord a sud nella più grande isola del Mediterraneo, a testimoniare le radici ancestrali dei sardi con la propria terra, un patrimonio archeologico di valore ancora da scoprire e studiare in Sardegna come in Italia. Obiettivo dunque del comitato promotore guidato dall'Associazione No Profit la Sardegna verso l'Unesco e dal suo presidente Michele Cossa è valorizzare i resti della civiltà millenaria del popolo Sardo e condividerli con il resto del mondo. "La cultura nuragica è scritta nel codice genetico dei sardi, per quanto ci siano state delle contaminazioni, in realtà non ci sono riscontri nell'area Mediterranea, quindi stiamo parlando di un elemento che è assolutamente specifico e peculiare della Sardegna, nella sua monumentalità e anche nella sua nel suo stato di conservazione, perché stiamo parlando di circa 6500 siti nuragici e prenuragici, di questi ben 3.500 sono sono nuraghi. Una settantina di questi sono tranquillamente visitabili, sono dotati infrastrutturati, possono essere visitati anche con l'assistenza di guide turistiche e fanno parte del patrimonio identitario della Sardegna." A sostenere questa iniziativa tutte le componenti della Sardegna, il mondo culturale, il tessuto economico e la finanza, ma anche lo sport con il Cagliari Calcio che si è unito alla domanda di iscrizione di tutti i complessi nuragici, nella prossima lista dei siti che l'Unesco si appresta a riconoscere come patrimonio dell'umanità. "Perchè la Sardegna è nota soprattutto come come meta balneare grazie alla bellezza delle sue spiagge, grazie al clima estremamente favorevole e le sue bellezze ambientali. Creare un elemento di richiamo culturale, potentissimo anche perché attorno ai nuraghi c'è un'aura di magia che pochi altri hanno, significa diventare una meta attrattiva importante. L'obiettivo è quello di ampliare la stagione turistica e di non limitarla ai canonici 4 mesi 3-4 mesi dell'estate, ma rendere la Sardegna attrattiva e accessibile dodici mesi l'anno." Un circolo virtuoso che potrebbe essere sostenuto anche dalle risorse previste nel Recovery Fund, insomma un esempio di come dalle radici millenarie di una cultura quella Sarda potrebbero partire progetti innovativi di sviluppo economico per il futuro.