Nuotano tutte insieme le sardine in piazza Duomo che per un giorno, sotto l'acqua torrenziale, diventa un'acquario. La questura è costretta a cambiare i piani all'ultimo momento perché in piazza dei Mercanti, dove era prevista la manifestazione, tutti quanti non ci stanno. Sotto la Madonnina il colpo d'occhio è impressionante, complice la pioggia e gli ombrelli, 15, 20mila secondo gli organizzatori. C'è aria di sagra di Paese: la gente si guarda, si conta si sorride. Tra cori che intonano Bella Ciao e lo slogan chiaramente antileghista della manifestazione milanese: "Milano non si Lega". Il palco è di quelli improvvisati a ridosso del cassone di un camion. Ma la partecipazione è autentica. Chi costringe questo movimento ad avere un programma, un progetto unico, sta rovinando la cosa più bella che c'è, cioè il momento del confronto, una piazza che accetta la complessità, che non vuole banalizzare e che ha scelto la sardina perché è un simbolo che da solo è fragile, insieme risale correnti, resiste, è impossibile da frenare. C'è anche uno dei fondatori e leader del movimento, Mattia Santori, reduce dalla manifestazione del mattino a Taranto, che prende le distanze dall'aggressione alla manifestazione delle sardine di Firenze al sindaco leghista di Massa Francesco Persiani. Aggressione stigmatizzata su Facebook da Matteo Salvini, che accusa il movimento e parla di nazismo rosso. Abbiamo creato piazze completamente pacifiche proprio per evitare di permettere a Salvini di fare la vittima quando vittima non è. Creiamo un'altra forma di protesta, se avessimo voluto fare i proteste violente non ci saremmo inventate le sardine.