Una barca in legno entra in porto scortata da una motovedetta della Guardia di Finanza. Arrivata autonomamente come tante altre negli ultimi giorni, partite dalla Libia o dalla Tunisia approfittando delle condizioni meteo-marine favorevoli. Arrivate a Lampedusa, l'approdo più vicino all'Africa di cui geologicamente fa parte. Un'isola già nel cuore della stagione estiva dove approdano, ma non si incontrano, i turisti arrivati da Nord e i migranti da Sud. Dal molo dove sbarcano vengono subito trasferiti all'Hotspot in attesa di essere identificati e imbarcati sulle navi traghetto che li porteranno in altre strutture d'accoglienza. Ma intanto gli arrivi nelle ultime ore sono più numerosi e rapidi dei trasferimenti e il centro di Contrada Imbriacola è stracolmo. Intanto altri migranti e profughi tentano la traversata lungo la rotta migratoria più pericolosa al mondo che secondo le stime al ribasso dell'OIM ha già fatto registrare quasi 700 morti da inizio anno. Dalle fatiscenti imbarcazioni che puntano verso la frontiera Sud dell'Europa ma spesso restano bloccate nel cuore del Mediterraneo centrale da motori in avaria e tubolari che si sgonfiano, gli SOS si susseguono: sono più di 300 le richieste d'aiuto arrivate ad Alarm Phon in questi primi mesi del 2022. La Sea-Watch 3 ha effettuato diverse operazioni di soccorso, ora ha a bordo 360 persone di cui un centinaio sono minori non accompagnati, 35 le donne e poi alcuni bambini di pochi anni. Sulla Mare Ionio ci sono un centinaio di persone, tra cui una trentina di ragazzini soli, soccorsi in diverse operazioni che i militari libici hanno cercato di impedire con un tentativo di respingimento illegale. È l'ennesima violazione della convenzione di Ginevra, dicono da Mediterranea Saving Humans, la piattaforma che riunisce varie associazioni laiche e religiose che sostengono le missioni di ricerca e soccorso in mare.























