Un barcone appare sulla linea dell'orizzonte quando il sole è già alto. La motovedetta della Guardia di Finanza lo affianca quasi dentro il porto, incrociando le barche turistiche che escono per ammirare la costa di una delle isole più belle al mondo. Dove sembra estate e il mare è calmo, dove i bagnanti nuotano e i migranti arrivano senza sosta, senza essere fermati. Altri cinque barconi erano arrivati nel corso della notte. E ancora ne arriveranno nel corso della giornata. A fronte di 400 profughi salvati nell’ultima settimana dalle navi umanitarie Ocean Viking e Humanity, oltre 2.000 sono approdati da soli direttamente sull'isola. Gli sbarchi autonomi sono la quasi totalità. Barche più piccole, partite dalla Tunisia, barconi dalla Libia, con a bordo uomini, donne e bambini, nuclei familiari e ragazzini soli e corpi senza vita, tanti. Quelli che i compagni di viaggio sono riusciti a recuperare, quelli che non sono spariti tra le onde. L'ultimo è di una donna di 38 anni, il compagno risulta disperso. L'OIM calcola che siano più di 2.800 i morti nel Mediterraneo da inizio anno. 12 salme, tra cui quelle di 4 bambini, attendono di essere trasferite da Lampedusa, dove arriva il Procuratore di Agrigento Salvatore Vella che incontra i vertici di Guardia Costiera, Guardia di Finanza e forze di Polizia. "Quello che chiediamo per contrastare queste attività sempre di più è la presenza di maggiori interpreti a disposizione delle forze di Polizia su questa isola che continua a essere un territorio di frontiera, perché per ricostruire i fatti di reato e catturare i presunti colpevoli abbiamo necessariamente bisogno degli interpreti, perché sennò siamo ciechi e sordi". Sull'isola un team di Medici Senza Frontiere fornisce supporto psicologico ai sopravvissuti agli ultimi naufragi. "Noi siamo medici, psicologi, infermieri, logisti, persone che comunque continuano ad avere un dovere morale nei confronti della vita di tutti, e di queste persone, appunto, che continuano a morire in mare. E continueremo a farlo". Intanto la Sea Watch denuncia l'ennesima aggressione da parte dei militari libici, che tentano di impedire, con le minacce, un'operazione di soccorso.























