Una parete rocciosa che si erge a picco sul mare. Tra le più belle scogliere al mondo, candidata a diventare patrimonio dell'umanità con la sua distesa di marna bianca, roccia per metà calcarea per metà argillosa, accessibile da una scalinata modellata dalla natura e da un sentiero che attraversando la macchia mediterranea, collega la costa alla strada, ad una decina di chilometri dalla Valle dei Templi. È la Scala dei Turchi, così detta per l'utilizzo che ne facevano i Saraceni, come porto sicuro per raggiungere saccheggiare i vicini villaggi. Ora appare così, visibile solo da un drone inaccessibile sotto sequestro. La decisione presa dalla procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, è solo l'ultima tappa di una vicenda che nell'ultimo decennio ha visto scontrarsi il comune di Realmonte che ne reclamava il pubblico utilizzo e un privato, che sosteneva di esserne proprietario. Per l'accesso all'area aveva stabilito e imposto ai non residenti un biglietto di 3 euro e ora è indagato per occupazione illegittima di demanio pubblico. Un provvedimento necessario per le associazioni ambientaliste, in primis Mare Amico, che da tempo ne segnala lo stato d'abbandono, gli atti di vandalismo. il rischio frane, che alla vigilia di Natale, aveva denunciato il misterioso apparire di buche, l'altrettanto misterioso rattoppo di cui nessuno ha mai chiarito origine responsabilità. Finalmente, grazie al provvedimento della procura di Agrigento che ha posto sotto sequestro la Scala dei Turchi c'è un nuovo futuro per la Scala dei Turchi. Si dovrà partire con la guardiania che è importante e poi anche la regione deve fare il suo dovere, ovvero quello di mettere in sicurezza la zona ovest, che rischia di crollare sulla testa dei visitatori. E sarà la regione a cui la procura ha affidato la custodia del bene a farsi carico delle costose opere a protezione del sito, e come si augura chi non c'è mai stato o chi ci vorrebbe tornare, adoperarsi per una sua riapertura, che non sia troppo lontana nel tempo.