La popolazione di Vo, rappresenta una situazione ideale, perché di tutte le persone sappiamo quando si sono ammalate, sappiamo la carica virale, sappiamo in nucleo familiare, sappiamo anche da chi se la son presa l'infezione. Dopo i due campionamenti su tutti i 3 mila 300 residenti, la comunità di Vo' Euganeo, primo focolaio Veneto di Coronavirus, diventerà per la terza volta oggetto di studio da parte della comunità scientifica. Una ricerca unica al mondo, messa a punto dalla Regione Veneto per mappare la genetica di ogni singolo abitante di Vo, capire il ruolo degli anticorpi nel processo di guarigione e arrivare, quindi, alla tracciabilità virale, capire, cioè, come e perché il virus muta, mentre si trasmette da un soggetto all'altro. Il virus muta e in che maniera muta tra una persona all'altra, cioè come si evolve il virus durante il processo di un'epidemia. Vogliamo capire se gli anticorpi effettivamente hanno un ruolo nel determinare la velocità di guarigione, quindi, se sono protettivi e poi, vogliamo capire, studiando la genetica, se ci sono delle differenze tra una persona e l'altra che determinano se una persona è resistenze o suscettibile. Lo studio inizierà il prossimo 25 aprile, con il prelievo del sangue cui i residenti si sottoporranno su base volontaria. Tra 6 mesi, questo è l'obiettivo, la comunità scientifica potrà avere nuove e importanti informazioni, come, ad esempio, il motivo per cui a Vo alcune persone si sono ammalate e altre no, anche nello stesso nucleo familiare, oppure perché si sono registrati i soggetti positivi per due settimane e altri per oltre 50 giorni o perché, nel piccolo centro della Provincia di Padova, nessun bambino sotto i 10 anni ha contratto il virus. Lo studio potrà, infine, dare importanti indicazioni sull'efficacia di un vaccino. Dal punto di vista pratico, per esempio, questo studio può dare una risposta se effettivamente un vaccino ha senso o meno, tanto per iniziare, quindi, ci mettiamo l'anima in pace oppure investiamo più sforzi, tanto per fare un esempio.