Non gli organizzatori delle piattaforme illegali di scommesse online, bensì vittime del gioco loro stessi. È questa la linea difensiva tenuta nell'interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari dei legali di Tommaso De Giacomo e Patrick Frizzera, i presunti amministratori delle piattaforme non autorizzate, su cui avrebbero scommesso almeno una dozzina di calciatori di Serie A, tra cui Tonali e Fagioli, finiti a loro volta indagati dalla Procura di Milano. Per De Giacomo e Frizzera che si sono avvalsi dalla facoltà di non rispondere, la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari per esercizio abusivo di scommesse, richiesta su cui ora dovrà pronunciarsi il GIP. Sarebbero stati loro, secondo l'accusa, indirizzare i calciatori verso la gioielleria di Milano Elysium per saldare i loro debiti di gioco attraverso falsi acquisti di Rolex. "Non è provato che loro andassero lì per ottenere, i soldi del provento illecito. Si tratta di soggetti gravemente ludopatici da anni. Per chi è ludopatico di un giocatore accanito in tal senso non può fare altro che per lui dargli maggiore linfa, a maggior ragione che poi i soggetti coinvolti, purtroppo e ahimè, sono stati dei calciatori". Davanti al GIP Lidia Castellucci compaiono anche i soci della gioielleria Elysium, che per l'accusa avrebbe fatto da banca per riscuotere i debiti delle scommesse illegali, destinatarie anche loro di una richiesta di domiciliari. Rispondendo alle domande del giudice Antonio Parisi, Antonio Scirocca e Andrea Piccini, accusati riciclaggio, avrebbero precisato di avere solo esercitato la loro attività di imprenditori vendendo orologi. "I nostri assistiti hanno inteso di sottoporsi ad interrogatorio per dimostrare la loro estraneità a questo presunto sistema così come prospettato dall'ufficio di procura e noi siamo sicuri della loro innocenza". .