I reati contestati dalla Procura di Grosseto che ha aperto un fascicolo, sono: naufragio e omicidio colposo. A doverne rispondere, per il momento, è il conducente del motoscafo, che sabato, all'Argentario, si è scontrato contro una barca a vela, sulla quale viaggiavano 6 persone di Roma. Si tratta di un turista danese di 58 anni, che risulterebbe ora iscritto nel registro degli indagati. Con lui, a bordo del motoscafo, c'erano altri 3 suoi connazionali. Nello scontro tra le 2 imbarcazioni, è morto Andrea Coen, mentre sono ancora in corso le ricerche di Anna Claudia Cartoni, dispersa in mare subito dopo la collisione. La dinamica dell'incidente è ancora tutta da chiarire, entrambe le imbarcazioni sono sotto sequestro. La Procura è pronta a chiedere una consulenza per stabilire velocità e traiettoria del motoscafo, soprattutto per provare a dare una risposta a quello che al momento sembra essere un giallo, ovvero: se su quel motoscafo era attivo, oppure no, il pilota automatico. Sul punto sono numerosi i dubbi, a partire dal racconto del superstite e marito della donna dispersa, Fernando Manzo, che dal letto d'ospedale dove si trova, descrive come un missile ingovernato quel motoscafo che si è schiantato contro la sua barca a vela. Difficile, d'altra parte, è il pensiero di molti, che un conducente consapevole abbia potuto centrare a quel modo, una barca a vela di quelle dimensioni, squarciando la fiancata destra. I danesi intanto, ascoltati dagli investigatori in queste ore, si sarebbero difesi dicendo che la Vahinè era fuori rotta e che non si sarebbe dovuta trovare in quel punto, secondo i loro calcoli.























