Tornare a scuola si può, si deve. È sul come che si concentra la sfida: in un contesto mutato rispetto all’anno precedente, si torna tra i banchi con una sicurezza in più: quella offerta dal vaccino anti-Covid. Tra le nuove regole introdotte, per garantire la continuità della didattica in presenza, la più nota, e anche la più dibattuta, è quella dell’obbligo di Green Pass per docenti e personale scolastico. Obbligo che non vale per gli studenti di medie e superiori, nè ovviamente per quelli delle elementari, ma vige per gli universitari che dovranno esibire il certificato per assistere alle lezioni in presenza. Poi c’è il nodo degli spostamenti. Il rischio è che il contagio attentamente evitato in classe possa diffondersi sui mezzi pubblici sovraffollati. Per questo dal primo settembre il Green Pass sarà obbligatorio anche per viaggiare sui mezzi pubblici, con i controllori che da quel momento saranno chiamati a verificare la validità del certificato. Le scuole potranno dotarsi di un mobility manager, una figura scelta all’interno del personale docente che possa occuparsi di coordinare gli spostamenti casa-scuola degli studenti. Valgono sempre le norme già sperimentate l’anno scorso: sui mezzi pubblici la capienza massima resta ridotta all’80%, in classe vale l’obbligo di mascherina e di distanziamento. Regole che sono tentativi di un ritorno alla normalità, ma su cui pesano non poche incognite: oltre alla complessa gestione del controllo e delle sanzioni per chi non ha il Green Pass, restano nodi irrisolti sul fronte della messa in sicurezza delle aule: il decreto legge sostegni del 2020 prevedeva misure come l’installazione di strumenti per la ventilazione nelle aule e la riprogettazione degli spazi per garantire il distanziamento senza ridurre la presenza. Misure che in molti casi sono rimaste sulla carta.