Famiglie, studenti, esperti. La domanda accomuna tutti e spiazza la politica in una Babele di dichiarazioni, annunci e correzioni, con i sindacati che ancora una volta promettono battaglia. Cosa succederà a settembre? La scuola ripartirà? Ma come? Tanti scenari, un unico obiettivo. L'apertura dell'anno scolastico fra pochi mesi, con una proposta, quella di un mix fra didattica a distanza e didattica in presenza, che continua a dividere. Dobbiamo rimandare i ragazzi a scuola principalmente per una questione educativa e di crescita personale, interviene il Ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli. La scuola deve essere innanzitutto una risposta alle esigenze educative. Non è solo una risposta ai bisogni di lavoro delle donne. Donne, ma in generale milioni di famiglie alle prese con due mesi e mezzo di didattica a distanza e molteplici incognite lavorative che ora chiedono certezze. Ho parlato con la Ministra Azzolina, continua De Micheli. La sua è una proposta presentata e allo studio del comitato scientifico. Una proposta che, precisa la stessa Ministra dell'Istruzione, riguarda i ragazzi più grandi, una fascia di età che non metterebbe in difficoltà le famiglie. Nessuna certezza dunque, solo un'ipotesi sulla quale si sta lavorando e sulla quale i sindacati hanno già espresso la loro opinione. La ripresa in sicurezza delle attività scolastiche è un tema importante e delicato, tuona la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. Occorre aprire un confronto serio, a Palazzo Chigi. La turnazione e la didattica a distanza sono improponibili per il livello di povertà di tante famiglie, per la scarsa diffusione della banda larga. Sindacati che parlano di un Piano Marshall per l'istruzione, chiedono un commissario straordinario per la ripartenza della scuola e annunciano per il 13 maggio una giornata di assemblee in tutta Italia.