È il più grande di Roma, è l'Istituto Comprensivo Uruguay: nove sedi distribuite su diversi quartieri, circa 1800 studenti, realtà sociali ed economiche differenti e a volte complesse. Qui, a 10 giorni dalla riapertura delle scuole, in attesa dei banchi monoposto, ci si è attrezzati diversamente pur di cominciare. Abbiamo utilizzato, stiamo utilizzando, i banchi biposto che sono stati opportunamente diciamo distanziati e verranno utilizzati flessibilmente. Quindi gli alunni saranno posti sul lato corto e sul lato lungo in modo da garantire un metro di distanza. E poi ingressi scaglionati, almeno per un po' di tempo per evitare assembramenti. Con i fondi Covid qui hanno già acquistato parte del materiale che poteva essere indispensabile, non solo mascherine e igienizzante. L'emergenza deve per forza prevedere una sanificazione importante che verrà effettuata ogni giorno attraverso delle macchine che ci aiuteranno a santificare, quindi degli strumenti importanti che lavoreranno a vapore sui 180/200 gradi e delle macchine e lava e asciuga, sulle quali verranno chiaramente inseriti dei detergenti, disinfettanti. Non è escluso che per questione di spazi si possa utilizzare anche l'aula 3.0 ad alta tecnologia con tablet a disposizione e banchi mobili da poter posizionare a distanza. Insomma, per affrontare l'emergenza senza avere ancora gli strumenti adeguati: banco unico seduta a distanza, ma anche mascherina per tutta la durata delle lezioni e quindi orario ridotto, come ulteriore conseguenza. Pensare con queste condizioni climatiche di indossarla per 6 ore al giorno, oppure 8 ore nella scuola primaria, è impensabile. Noi dobbiamo anche garantire la qualità della permanenza a scuola, la qualità, il benessere psicofisico degli alunni. Se ne parla, non a sufficienza, ma accanto alle condizioni di sicurezza e alle condizioni diciamo di salute, va anche affrontato questo aspetto.