Facciamo lezione nei centri commerciali. La provocazione arriva da un preside barese Gerardo Marchitelli, stanco di vedere più bambini negli ipermercati che a scuola. La provocazione è più che altro un appello ad avere dei comportamenti più coerenti e a far sì che si possa scegliere di venire a scuola. In Puglia, dove l'ordinanza regionale stabilisce che per elementari e medie siano i genitori a decidere se mandare o meno i loro figli in classe, la dispersione scolastica sta raggiungendo livelli preoccupanti. Il problema è la scuola primaria, nel momento in cui io ho distribuito186 dispositivi informatici di cui una novantina mi sono tornati indietro. Sono 90 bambini che dall'altra parte non ci sono più. E oggi il genitore dice di avere il diritto di non portare suo figlio scuola e io dico che ha il dovere di portare suo figlio a scuola perché c'è l'obbligo scolastico, è una guerra ormai. Eppure, qui alla Duse di Bari, come altrove, le condizioni per un ritorno in classe in sicurezza ci sarebbero tutte. Siamo pronti. Qui abbiamo lavorato per mesi a misurare la distanza da un banco all'altro, cosa che non c'è in famiglia. Il papà va a lavorare, torna e non credo che abbia un distanziamento di sicurezza coi propri figli. Spero tanto di far comprendere alle famiglie che se c'è un rischio da correre, è preferibile correrlo per la scuola.