La prima campanella dopo le vacanze natalizie ha suonato un po' a macchia di leopardo in Italia. Le scuole dell'infanzia, elementari e medie, con pochissime eccezioni, sono ripartite in presenza per un totale di 5 milioni di studenti. Sono state riaperte anche le aule per il 50% degli alunni delle scuole superiori in Trentino Alto Adige, in Lazio, Abruzzo, Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Liguria, Sicilia e in Valle d'Aosta le scuole superiori riapriranno al 50% della presenza l' 11 gennaio. Altre regioni si muovono in ordine sparso. Più precisamente, la data del rientro è slittata in 9 regioni all' 11 gennaio. Nel fine settimana si aspetta il monitoraggio rispetto agli indici regionali di contagio, mentre nelle restanti regioni il ritorno, sempre al 50%, è spostato al 18 gennaio come in Piemonte o in Molise, o addirittura al 25 gennaio come in Campania, dove i bambini dei primi due anni delle elementari inizieranno ad andare a scuola lunedì 11 o addirittura al primo febbraio come in Veneto, Friuli Venezia Giulia, nelle Marche, in Calabria, e probabilmente, ma non c'è ancora l'ordinanza, anche in Sardegna. Intanto gli studenti sono scesi in piazza un po' ovunque, da Firenze a Roma, Milano, Napoli, Modena, Cremona, Prato, Treviso e Padova. Gli studenti e in qualche caso anche i loro genitori chiedono lo screening sanitario completo della comunità scolastica, ossia docenti, ATA e studenti e l'inserimento come categoria prioritaria del personale scolastico ad alto rischio nella fase uno dell'agenda vaccinale.