Entriamo in I^ B dell'Istituto tecnico economico “Lombardo Radice” di Roma, nella periferia sud della capitale. I ragazzi sono appena usciti, hanno finito il primo turno di lezioni dalle 8:00 alle 11:00, dal lunedì al sabato. Qui i banchi monoposto non sono ancora arrivati e si fa lezione così. “Non avevamo banchi singoli e quindi non ne sono ancora arrivati. Non sono arrivati quelli di Città metropolitana, di Roma Capitale, non sono arrivati ancora quelli della struttura commissariale. Nelle aule più grandi abbiamo potuto mettere, in configurazioni più o meno creative, i banchi doppi che avevamo, nelle altre abbiamo dovuto mettere le sedie, ma chiaramente con le sedie da sole non è possibile studiare in maniera efficace”. Queste sedie con la ribaltina consentono di fare lezione in sicurezza perché garantiscono le distanze di sicurezza tra uno studente e l'altro, ma non tutti hanno a disposizione un banco di questo tipo. Un quarto degli studenti di quest'istituto hanno soltanto una sedia e devono fare lezione così. Servono 1200 banchi e sulla consegna la preside Francesca Natale dice che non ci sono state comunicazioni ufficiali, si parla di fine ottobre e si aspetta fiduciosi. Oltre a quella dei banchi ci sono anche altre criticità. Mancano, ad esempio, i collaboratori, fondamentali in questa emergenza perché garantiscono l'igienizzazione, in particolare delle aule e dei bagni. Sono 20 sulla carta, effettivi 10, perché non rispondono alle convocazioni, e siamo alla terza. Mancano anche gli insegnanti; cinque, ad esempio, sono in malattia d'ufficio e non è stato possibile finora chiamare i supplenti perché le graduatorie sono appena uscite giusto stamattina.