La pediatra di quartiere nel cortile della scuola, i bambini che aspettano il risultato del tampone per entrare in classe. Queste immagini, dall'entrata in vigore del decreto che elimina di fatto il testing T0, T5 e T10 che coinvolgeva migliaia di bambini e ragazzi isolando intere classi e bloccando le famiglie, non le vedremo più. In questo Istituto Comprensivo di 49 classi, cinque sono a casa. "Sicuramente sarà più semplice per le famiglie e per le scuole quindi intanto quello che mi auguro è che potremo tornare a occuparci di didattica." "Niente più Dad sicuramente anche perché crea anche tanti problemi a noi genitori e giustamente ci tocca stare a casa, a prendere ferie, permessi, quindi speriamo che finisca anche questa storia." Dal 30 gennaio nel Liceo Tito Livio i positivi sono stati sei e raramente ci sono stati contagi nella stessa classe, la percentuale di vaccinati è altissima. "E ci pare che la spinta a difendere la scuola in presenza sia effettiva, attraverso questo decreto, resta comunque il problema educativo, quello di dover scindere un gruppo tra coloro che hanno una certa caratteristica e coloro che ne hanno un'altra ovvero tra i vaccinati e no, che dal punto di vista educativo è grave e ci mette in difficoltà rispetto alla gestione dei gruppi." Niente più Dad di fatto per i vaccinati e i guariti, per gli altri scatterà con cinque casi alle elementari, due alle medie e alle superiori. "In realtà quella che appare come un incongruenza e secondo me è una decisione molto ragionata perché alla scuola primaria al quinto caso si attiva la didattica a distanza tenendo conto del fatto che la didattica digitale integrata per i bambini così piccoli è molto più complicata da gestire e anche del fatto che la campagna vaccinale è partita con più ritardo rispetto a quello che è accaduto per i ragazzi della scuola secondaria quindi coerentemente in Dad si va dal secondo caso alla scuola secondaria per i non vaccinati, mantenendo i vaccinati in presenza e per la scuola primaria invece coi cinque casi sempre però discriminando tra vaccinati e non vaccinati nel momento in cui si deve anche organizzare il rientro.".