"Casarsa Alessandro, Cavallo Francesco, Colombo Labriola Massimiliano, De Cianni Luca, Di Sano Francesco, Testarmata Tiziano, Sabatino Lorenzo e Soligo Luciano, colpevoli dei reati loro rispettivamente ascritti." Falso, favoreggiamento, omessa denuncia, calunnia, condannati perché si sono macchiati dei delitti contro la fede pubblica per ostacolare la ricostruzione dei fatti della morte di Stefano Cucchi. Non singole condotte isolate, ma attività di depistaggio che il pm Musarò definisce ostinata, a tratti ossessiva, durata 9 anni. "Sono sotto shock non credevo che sarebbe mai arrivato questo giorno, anni e anni della nostra vita distrutti, oggi ci siamo, le persone che ne sono stati la causa e i responsabili sono stati condannati." "Quelle relazioni di servizio che hanno gettato tanto fango sulla famiglia Cucchi in 12 anni e che hanno ucciso lentamente Rita Calore e Giovanni Cucchi sentendosele ripetere leggendole sui giornali ogni giorno e hanno logorato la vita di Ilaria, quelle relazioni sono false, studiate a tavolino e come avevo detto l'anima nera del caso Cucchi è stato confermato è il generale Casarsa." Il giudice monocratico di Roma Roberto Nespeca ha inflitto 5 anni al generale Alessandro Casarsa, un anno e 3 mesi al colonnello Lorenzo Sabatino, un anno e 3 mesi anche all'appuntato Francesco Di Sano, 4 anni a Francesco Cavallo, 4 anni al maggiore Luciano Soligo, un anno e 9 mesi a Massimiliano Colombo Labriola, un anno e 9 mesi al capitano Tiziano Testarmata, 2 anni e mezzo a Luca De Cianni. "Le sentenze, come ho sempre detto, non si commentano, si rispettano, si aspettano le motivazioni, si leggono e poi si decide che cosa fare." "Riteniamo che ci sia stato un grossolano errore giudiziario, faremo appello." Lunedì si era chiuso con la conferma in Cassazione il processo che ha condannato a 12 anni, per omicidio preterintenzionale, i due carabinieri che pestarono Stefano fino a provocargli la morte avvenuta una settimana dopo l'arresto.