Solo un mese fa, per la prima volta, hanno potuto giocare e guardarsi. Ervina e Prefina sono nate unite, gemelle siamesi, nuca con nuca, in comune la scatola cranica e gran parte del sistema venoso. Una tra le più rare forme di fusione a livello cranico e cerebrale. Un mese fa l'intervento definitivo di separazione, il terzo, 18 ore in sala operatoria e l'impegno di oltre 30 persone, tra medici e infermieri, per un caso forse unico al mondo, ma prima un percorso lungo un anno. Sono pochissimi i casi riportati, in letteratura non sono più di 5 descritti e l'aspetto peculiare di questo percorso è stato quello in cui le bambine sono state separate con un pieno successo. Hanno tutte le condizioni neurologiche per poter fare una vita normale. Sono arrivate a Roma, all'ospedale pediatrico Bambino Gesù, grazia Mariella Enoc, in missione nella Repubblica Centrafricana, che decide di portarle in Italia per provare a dare loro una possibilità. Un milione di euro il costo dell'intero percorso, grazie all'Ospedale, alla Fondazione e alle donazioni di chi crede nella solidarietà e nel progresso della scienza. Ho visto queste due bambine, avevano 5 giorni di vita e naturalmente i medici locali mi avevano detto: “Non c'è nessuna possibilità”. Quando sono state qua, l'equipe dell'Ospedale mi ha detto che era possibile fare l'intervento, hanno anche detto che tutte e due le bambine avevano le stesse possibilità di salvarsi. Ervina e Prefina hanno compiuto due anni il 29 giugno, per un po' resteranno qui, qualche mese ancora, con loro la madre che guarda alle sue figlie, oggi, come un miracolo e nell'immediato la speranza è una soltanto. Le mie figlie, adesso, stanno bene di salute, io vorrei che il papa le battezzi.